L’istituto Osteopatico Fulcro presente al 7° congresso nazionale ROI, rappresentati dal D.O. Alberto Paoli.

ABSTRACT

Introduzione:

L’esperienza maturata in ambito medico-odontoiatrico nella gestione dei pazienti con (DTM) disturbi temporo-mandibolari mette in luce i limiti della “terapia convenzionale” nel trattamento dei pazienti con DTM.
La letteratura scientifica
e’ ormai sempre piu’ nutrita di contributi a sostegno dell’efficacia del trattamento manipolativo osteopatico (TMO), soprattutto nel ridurre il dolore, in pazienti con disturbi cronici, compresi i DTM.

L’obbiettivo di questo studio è stato quello di creare un ponte tra gli studi sperimentali riguardanti la neurofisiopatologia del dolore correlato ai DTM, e le recenti evidenze scientifiche riguardanti gli effetti neurofisiologici del trattamento manipolativo osteopatico, e più in particolare, del tocco osteopatico.

Infine, con questa revisione abbiamo cercato di capire attraverso la neurofisiologia più recente perché il TMO può essere un valido approccio nel trattamento di pazienti affetti da DTM, in particolare DTM cronico. 

Metodi:

Revisione della letteratura intrapresa in banche dati quali Pubmed, Cochrane library, IJOM, JAOA.  

Discussione:

Yin et al (2020), attraverso una revisione, ha fornito una comprensione più profonda di ciò che accade alla struttura e alla funzione del cervello in pazienti con DTM cronico.

Le più interessanti osservazioni includono:Alterazioni in diverse regioni corticali implicate nella percezione e nella modulazione del doloreAttivazioni nella rete frontoinsulo-talamo-parietaleCambiamenti strutturali e funzionali nel classico sistema trigemino-talamo-corticale  1

Queste osservazioni sottolineano come questi pazienti sono caratterizzati da sensibilizzazione centrale, sensibilizzazione che coinvolge un’area interessante del SNC, la corteccia insulare. 2

Inoltre sappiamo come l’osteopatia, attraverso il tocco interocettivo, possa produrre effetti anti-infiammatori e parasimpatico-tonici, e perciò essere un modo alternativo ma unico per modificare gli stati di sensibilizzazione durante il trattamento di tessuti periferici. 3

Conclusioni:

Nel complesso è improbabile che gli effetti della stimolazione interocettiva si basino su un unico meccanismo, ma molto probabilmente sono favoriti da una sinergia di processi a livello autonomico, endocrino e corticale. 4

Tuttavia, sebbene le ricerche sopra citate abbiano provato a spiegare gli effetti del tocco osteopatico, non si è ancora capito quali canali l’osteopatia utilizzi per produrre i suoi effetti.

Con questa revisione concludiamo attraverso la neurofisiologia più recente che il TMO può essere un valido approccio nel trattamento dei DTM cronici. Questi ultimi li definiamo presupposti teorici che però devono essere confermati attraverso studi sperimentali su larga scala.