IL VALORE NUTRITIVO DEGLI ALIMENTI
E’ dimostrato scientificamente, da una ricerca fatta in Germania per conto del Prof. Liesen di Monaco, che dalle analisi sui campioni di 100 grammi di vegetali regolarmente in vendita nei supermercati, nell’arco di 10 anni (1985-1996) c’è stata una netta diminuzione del valore nutritivo degli stessi, in particolare nel contenuto di calcio, magnesio, vitamina C, vitamina B6.
Per esempio: Fragole -67% di vitamina C; Patate -70% di calcio; Banane -84% acido folico e -92% di vitamina B6.
Le ultime ricerche hanno stabilito che oggi i valori nutrizionali degli alimenti reperibili nella grande distribuzione sono diminuiti di oltre il 50% in termini di vitamine, sali minerali e fibre.
A parità di contenuto calorico, rimasto invariato negli ultimi anni, attraverso i normali pasti si assimilano meno principi nutritivi di quanto si pensi e soprattutto di quanto sia necessario alla salute.
I moderni sistemi di produzione da un lato e i mutamenti ambientali dall’altro hanno portato a notevoli modificazioni nei confronti di quello che ogni giorno mettiamo sulle nostre tavole.
[three_fourth] [blockquote author=”Andrea Strata, Professore di nutrizione clinica all’Università di Parma” link=”” link_title=”” target=””]…Sicuramente i prodotti hanno un aspetto migliore rispetto a quanto accadeva solo 20 anni fa, ma al loro interno hanno appunto perso più del 50% in termini di principi nutrizionali [/blockquote] [/three_fourth] [divider height=”10″ line=”0″]
ALIMENTI A MAGGIOR DEGRADAZIONE IN TEMINI NUTRITIVI NEGLI CORSO DEGLI ANNI
Al primo posto (per il 71%) troviamo la frutta e la verdura, alimenti amici del benessere e a cui ci si dovrebbe affidare per il necessario apporto di fibre, di vitamine e di sali minerali. Non sono solo loro però a rappresentare l’unico punto dolente della dieta mediterranea e del giusto apporto di elementi nutritivi.
Una diminuzione si riscontra anche in altri prodotti, come le farine e i cereali (49%) , ma anche nei “prodotti lavorati” (35%) .
Si evince quindi che se dovessimo cibarci solo della frutta e della verdura reperibile nella grande distribuzione per soddisfare il nostro fabbisogno nutrizionale giornaliero dovremmo passare la maggior parte della giornata mangiando come fanno erbivori o frugivori in natura. Cosa questa poco fattibile nella nostra attuale società. Se in più, si deve svolgere una qualsiasi professione, o attività sportiva le necessità aumentano.
Attualmente quindi viviamo in un mondo di ipernutriti ma per eccesso di macronutrienti.
Secondo la piramide nutrizionale che propone la dieta mediterranea, dovremmo introdurre giornalmente almeno 4-5 porzioni di frutta e verdura cruda e fresca. Valori questi comunque inferiori rispetto a quelli proposti dalla medicina naturale.
Anche se attualmente risulta insufficiente, per i motivi precedentemente esposti e per l’aumento costante di stress e inquinamento, quante persone mettono in pratica il principio proposto da tale dieta?
Come suggerito dall’ OMS, ridurre al minimo ed in certi casi, evitare di consumare alcol, aceto di vino, caffè, zucchero bianco, oli cotti o frazionati, cibi trattati e cotti più volte, proteine animali, affettati, latte vaccino e derivati, carboidrati raffinati, lieviti e gli alimenti contenenti elevate quantità di sodio, può essere un buon punto di partenza per avere un’alimentazione corretta e salutare.
Abbinando al principio della piramide alimentare sopra esposta il concetto secondo il quale, ottenendo un PRAL medio giornaliero di -2, con frutta e verdura fresca e, quando necessario, con i supplementi alcalinizzanti presenti sul mercato, in modo da indurre grazie ad esso un effetto antiinfiammatorio e gestendo il carico glicemico durante i pasti in modo che sia il più affine possibile al ritmo circadiano del cortisolo (dopo le ore 16 il GL degli alimenti deve essere 0), il nostro organismo viene messo in condizione di funzionare al meglio e attivare i propri processi riparativi. Tali processi verranno ulteriormente agevolati impiegando un buon multivitaminico oppure nei casi più complessi, introducendo un supporto naturopatico o dietologico-nutrizionale.
Ci tengo a precisare che i cibi o i supplementi alcalinizzanti non vengono introdotti per variare il pH sanguigno, bensì per l’equilibrio acido-base intestinale in modo che l’organismo non debba intaccare le proprie riserve di tamponi e quindi possa mantenere efficiente e in Salute l’ambiente enterico in cui vengono assorbiti i nutrienti che poi si riversano nel torrente circolatorio, attraverso il quale tutte queste sostanze raggiungono i vari sistemi e apparati dell’organismo promuovendo la Salute.
Cito due delle tesi sperimentali per il conseguimento del diploma in osteopatia con le quali è stata dimostrata l’importanza di abbinare al trattamento osteopatico il supporto nutrizionale:
- Sindrome pubalgica: proposta di trattamento osteopatico con valutazione NRS e controllo ecografico;
- Malattia emorroidaria: proposta di trattamento osteopatico con supporto naturopatico.
In entrambe le tesi sono stati eseguiti esami ematochimici pre e post trattamento, che hanno messo in evidenza i benefici di un regime alimentare più consono agli obiettivi dei pazienti.
Dott. Josè ALberto Casonato D.O.