Come molti sanno, l’Osteopatia è a oggi normata con la Legge n. 4 del 14 Gennaio 2013 che la annovera tra le professioni non organizzate. Ma cosa sta cambiando?

La situazione si sta evolvendo!

normativaDopo la risposta all’interrogazione parlamentare del 12 marzo dell’On. Binetti, in cui il Ministero si esprimeva sull’Osteopatia facendola “rientrare nel campo delle attività riservate alle professioni sanitarie”, sono iniziate molte campagne di professionisti e associazioni per percorrere una via che porti al riconoscimento dell’osteopatia in Italia. Come risposta a tale movimentazione il Ministero della Salute, presieduto dall’ On. Beatrice Lorenzin, al “Question Time” su Rai Parlamento del 14 maggio si esprime così: “…è necessaria una legge e avviare un lavoro istruttorio con la collaborazione di tutte le associazioni rappresentati l’Osteopatia in Italia”.

Per far diventare l’Osteopatia una professione sanitaria riconosciuta è sicuramente necessario che la formazione sia garantita da organi istituzionali.

Sappiamo che le università al momento non hanno le risorse e il know-how sull’Osteopatia come del resto confermato dal ministero, che ci chiama ad aprire un tavolo di discussione per definire le linee guida (tra l’altro già definite dall’OMS) sulle quali costruire il nuovo titolo sanitario.

Sull’onda delle  elezioni politiche europee, dopo le elezioni per il rinnovo delle cariche direttive dell’associazione storicamente più rappresentativa degli osteopati in Italia (ROI) o forse perchè semplicemente i tempi sono maturi, ci troviamo in questo momento a fronteggiare una situazione che richiede la nostra attenzione. Come osteopati impegnati sul campo, come docenti professionisti della formazione di futuri professionisti, come semplici interessati alla disciplina, ma soprattutto come fruitori di un servizio che sempre di più sta garantendo la nostra salute (va ricordato come aumenta il numero di persone che quotidianamente si avvicinano alla terapia osteopatica trovandone effettivo e duraturo beneficio) riteniamo doveroso un nostro impegno per cambiare le cose.

Quali sono le strategie che possiamo adottare?

  • Crediamo che la cosa primaria da fare sia sensibilizzare sempre più l’opinione pubblica riguardo a questo tema, facendo conoscere a più persone possibili in primis l’Osteopatia e la sua storia. Ma chiarire anche quello che siamo adesso e sulla nostra storia.
  • Inoltre informare con attenzione ciò che sta succedendo in questo preciso momento storico e sul nostro prossimo futuro tramite i media, i social o qualsiasi altro strumento di comunicazione diventa vitale.
  • Siamo certi che i nostri pazienti possano amplificare la nostra voce: facciamoci conoscere, chiediamo di farci conoscere.
  • Crediamo che le associazioni di cui facciamo parte debbano unirsi e collaborare assieme per un bene comune.
  • Crediamo che alle figure mediche e agli operatori della salute e sanitari, con cui collaboriamo, vada chiesto supporto, integrazione e aiuto.
  • Crediamo infine sia necessario garantire una formazione qualitativamente elevata, che segua comuni direttive e che le scuole debbano collaborare e non chiudersi nella propria realtà.
  • La ricerca, la clinica, la sperimentazione e l’aggiornamento sono aspetti primari per ogni osteopata, necessari per la disciplina osteopatica e fondamentali nella formazione degli studenti.

Ecco cosa possiamo fare, cosa può fare ogni osteopata nel proprio studio, in casa propria, con colleghi o con amici: non restiamo a guardare, diventiamo protagonisti del nostro futuro!

Dott. Chiggiato Emanuele D.O.