UNA SEDUTA OSTEOPATICA
Eccomi qui a raccontarvi, ovviamente con tutti i limiti di un testo sotto forma di racconto per tutti, cosa succede vivendo nel mondo dell’Osteopatia in prima persona come Operatore.
L’idea di tenere un “diario” mi era passata per la mente molto tempo fa.
[three_fourth] [blockquote author=”” link=”” link_title=”” target=””]…mi servirà per imparare e capire dagli errori (mi ero detto)… [/blockquote] [/three_fourth][divider height=”0″ line=”0″]
Poi per qualche anno non so perché, tale idea l’ho parcheggiata e solamente qualche giorno fa confrontandomi con un mio carissimo amico nonché collega mi era ritornata in mente, eccovi quindi il primo racconto:
Qualche giorno fa mi chiama A. che avevo trattato qualche mese prima per un dolore in regione sacroiliaca, che sembrava essere un problema derivante da una serie ripetuta di movimentazioni di carichi spostati distrattamente e in malo modo, tanto da originare poi un dolore sacroiliaco, che trattato con tecniche ad energia muscolare nel giro di un paio di sedute si era risolto.
L’altro giorno invece A. signora di 50 anni che di professione fa l’OSS in una Casa di Cura mi riferisce di soffrire da circa 15 giorni di un dolore sciatico sinistro. Lei lo descrive perfettamente originante dal centro del gluteo che scende poi lungo la parte posteriore di coscia per diventare “assillante” sul polpaccio e terminare in maniera confusa sul piede. Le chiedo come sia esordito tale dolore e mi riferisce di aver spostato dei carichi a casa. Ci diamo appuntamento in studio e comincio la mia raccolta anamnestica (tutto sembrava portare ad un problema discale) inizio i test ma con sorpresa mi trovo con un segno di Lasegue negativo, nessuna mancanza di forza, nessuna alterazione della sensibilità e tantomeno nessuna disestesia riflessi assolutamente normali bilateralmente o altri segni riconducibili ad una probabile sofferenza di tessuto nervoso. Strutturalmente la mia valutazione mi portava a definire un sacro in torsione sinistra/sinistra con tutti gli adattamenti posturali del caso, ma dal punto di vista Osteopatico la cosa più interessante era il notevole miglioramento della sintomatologia attuando quello che viene definito in Osteopatia un test inibitorio sul fegato. Perfeziono la mia valutazione con un ascolto del sistema cranio sacrale (trovo una disfunzione di side-bending destro) e per sicurezza eseguo un ascolto con tecnica fasciale per capire se dovevo trasformare l’ipotesi di quello che poteva all’inizio sembrare un trattamento ancora una volta strutturale in uno di tipo viscerale.
Così decisi e in sequenza spiegai ad A. cosa Le avrei fatto, uso sempre come abitudine, coinvolgere tutti i miei pazienti nella descrizione di ciò che ho valutato in sede di test iniziale e descrivo loro (anche se non capiscono nei particolari cosa intendo) il trattamento che andrò ad eseguire, questo perché la mia esperienza mi porta a dire che il paziente coinvolto in qualche modo reagisce meglio al trattamento. Nel caso di A. il trattamento prevedeva un riequilibrio cranio-sacrale, una tecnica di raffreddamento del fegato, un riequilibrio dei cinque diaframmi e per finire se fosse stato necessario un rilancio dell’MRP.
L’effetto della tecnica di raffreddamento epatico fu incredibile, A. mi disse di sentir il dolore che la accompagnava ormai da due settimane farsi sempre più lieve, al termine del trattamento chiesi ad A. se nei giorni precedenti l’esordio del dolore sciatico avesse in qualche modo vissuto un episodio di forte rabbia, la risposta fu altrettanto incredibile, mi disse che man mano che il dolore si affievoliva aveva rivissuto delle emozioni di forte rabbia appunto legate ad un episodio che pensava ormai di aver dimenticato, ma che in realtà era stato riportato a galla esattamente il giorno prima degli sforzi compiuti a casa per spostare dei carichi, in occasione di un incontro dimostrativo per risolvere problemi di dinamiche famigliari tenuto da un psicologo, incontro al quale aveva partecipato col proprio marito.
Ho rivisto A. dopo una settimana completamente asintomatica curiosissima di come un trattamento “distante” dal luogo del dolore le avesse comunque risolto il suo problema, era interessata a capire quali collegamenti misteriosi ci fossero nel suo corpo e se si trattasse di un caso di somatizzazione di qualche emozione. Ho cercato di spiegare il più semplicemente possibile come esistano effettivamente dei problemi che in Osteopatia vengono definiti somato-emozionali…. Ciao a tutti, al prossimo racconto.
Dott. Marco Gaggiato D.O.