Capitolo 2

LE TERAPIE PER TRATTARE L’IPERTROFIA PROSTATICA BENIGNA

Nel precedente articolo erano state elencate le caratteristiche, le cause e gli effetti di questa patologia, a seguire le possibili terapie di trattamento.

TERAPIA MEDICA

FarmaciNegli ultimi anni sono stati commercializzati farmaci estremamente efficaci nel ridurre i disturbi legati all’IPB. La terapia per la cura della Ipertrofia Prostatica Benigna si avvale dell’uso di 2 tipologie di farmaci:
– finasteride e dutasteride: farmaci che inibiscono la 5-alfa reduttasi di tipo II, forse per interazioni del terminale ter-butilico. Pur assodata la relazione, non si conoscono infatti con sufficiente sicurezza scientifica le ragioni chimico-biologiche alla base di tale interazione. Legandosi con la 5-alfa reduttasi la Finasteride impedisce al testosterone di trasformarsi in diidrotestosterone (DHT) producendo un abbassamento dei valori del DHT e un aumento dei valori del testosterone plasmatici. che inibiscono la crescita volumetrica dell’adenoma prostatico riuscendo inoltre in una buona percentuale dei casi anche ridurne il volume.
– terazosina e l’alfuzosina: farmaci alfa bloccanti ,costituiti da una varietà di molecole che bloccano il recettore adrenergico Alfa CE.B1 nelle arterie e nella muscolatura liscia ed hanno come risultato un rilassamento dei muscoli del collo vescicale, dell’uretra prostatica e prostata, facilitando il passaggio dell’urina nell’uretra.

Accanto a queste sostanze di sintesi chimica, ne esistono alcune, derivate dal mondo vegetale, che sembrano essere efficaci nel controllo dei sintomi dell’IPB. Fra questi, la Serenoa Repens (Saw Palmetto) e il Pygeum Africanum sono i rimedi più documentati; sono in commercio sia come farmaci (es. Permixon, Tadenan) che, in associazione ad altre sostanze di derivazione vegetale, come integratori dietetici.

TERAPIA CHIRURGICA

Chirurgia IPBQualora il trattamento medico risultasse inefficace è necessario intervenire chirurgicamente per rimuovere l’adenoma prostatico. Questo può essere ottenuto sia mediante tecniche endoscopiche (resezione trans-uretrale di prostata) sia a cielo aperto(per via retro pubica).

Esistono interventi chirurgici di diversi tipi:

  1. l’adenomectomia chirurgica: è l`intervento tradizionale, che si esegue con un accesso addominale sovrapubico ed é riservato alla prostata di grosse dimensioni.
  2. la resezione endoscopica transuretrale o TURP: anche questo é un intervento chirurgico tradizionale che si esegue senza “taglio” ma con uno strumento speciale introdotto nel canale urinario attraverso il pene. E’ riservato a prostate medio/piccole.
  3. tecniche laser: tipi diversi di laser vengono utilizzati per via endoscopica per distruggere il tessuto adenomatoso.
  4. Esistono alcune nuove tecniche per ridurre il volume della prostata ipertrofica, alcune delle quali non sono ancora abbastanza sperimentate per stabilire i loro effetti definitivi. Esse prevedono vari metodi per distruggere parte del tessuto ghiandolare senza danneggiare quello che rimarrà in sito. Fra queste si ricordano: la laser TURP, la visual laser ablation (VLAP), la Transurethral Microwave Thermo Therapy (TUMT), la Transurethral Needle Adlation of the Prostate (TUNA) e la sua evoluzione tecnologica. ,

L’Ipertrofia Prostatica Benigna può ricomparire a seguito di un primo trattamento. Per ognuna delle tecniche sopra elencate, infatti, esiste la possibilità che si renda necessario un nuovo intervento per rimuovere tessuto adenomatoso residuo o ricresciuto.

L’APPROCCIO OSTEOPATICO

Osteopatia IPB

 

 

La valutazione ed il successivo trattamento dell’osteopata mirano a prendere in considerazione tutte le variabili che potrebbero generare IPB e per tale ragione potrebbe divenire PREVENTIVA e/o COADUIVANTE nella terapia medica e chirurgica anche nel post operatorio.

 

 

Per far ciò l’ osteopatia deve tener presente:

  1. DEL DOLORE come riflesso di tipo neurovegetativo, orto- o parasimpatico a seconda dell’area di innervazione
    Posteriormente in relazione alla colonna:
    – il dolore si esprime nel distretto toracico D11-L1 (componente ortosimpatica)
    – segmenti sacrali, nelle regioni che sono collegate a S2-S3 e sacro iliache (a componente parasimpatica)
    Muscolatura, aponeurosi e fasce:
    – gli adduttori
    – gli ischio peronei tibiali
    – le fasce plantari (talalgia)
    – gli achillei.
    Quindi se induco delle risposte muscolari neuro-riflesse nell’area ad esempio degli adduttori, è evidente che cambio l’aspetto delle fasce posturali: ad esempio il tibiale posteriore è uno dei classici muscoli posturali che è molto perturbato da queste situazioni.
  2. Dei Segmenti vertebrali da indagare: D10-D11-D12-L1;
  3. Posizione e movimento della vescica e delle strutture di supporto come legamenti e aponeurosi;
  4. Situazione neurovegetativa del paziente soprattutto in relazione al tono ortosimpatico;
  5. Inoltre, la vescica è espressione diretta del movimento della SSB, per una connessione fasciale diretta tramite la Fascia Vescico-Durale;
  6. Delle strutture perivescicali che interessano sacro, fegato, tutta la muscolatura nominata e quindi tutto l’arto inferiore in generale e la cerniera dorso lombare;
  7. Quando ci sono problematiche infettive, aderenziali, si ricorda che i tessuti vanno incontro a collagenosi per cui devono essere trattati direttamente perché la fibrotizzazione del tessuto implica un vincolo meccanico importante ma soprattutto implica il fatto che sia difficile poi fare delle buone indagini sui riflessi: es. se ho un riflesso vescicale, non è detto che basti andare a trattare la vescica perché se tale riflesso perdura da tanto tempo, risulterà ad una analisi biomeccanica e chinesiologica che quei muscoli interessati dai riflessi sono ipertonici di base per cui non stupirà che un problema così mandi lì sui muscoli a liberarli dalle loro tensioni, fibrotizzazioni.

 

Chiggiato Emanuele D.O.

 

Bibliografia
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