Capitolo 3
L’IPERTROFIA PROSTATICA BENIGNA: STUDIO SU PAZIENTI CON DIAGNOSI UROLOGICA IN ATTESA DI INTERVENTO
Dopo i primi capitoli in cui abbiamo parlato di IPB trattando ed in specifico:
1° Capitolo: Cos’è, cause ed effetti dell’Ipertrofia Prostatica benigna;
2° Capitolo: Trattamento dell’IPB: farmacologico, medico e osteopatico;
A seguire lo studio sperimentale su un campione di 13 pazienti di età compresa tra i 55 e 77 anni (età mediana 69 ; 8<r.i.<11) con diagnosi clinica di Ipertrofia Prostatica Benigna in attesa di intervento chirurgico di TURP .
L’OBIETTIVO
Valutare se il trattamento osteopatico influenza i sintomi del basso tratto urinario (LUTS) causati da Iperplasia Prostatica utilizzando test sia strumentali che descrittivi quali:
- International Prostate Symptom Score o IPSS (questionario internazionale di valutazione dei sintomi riferiti ai quali viene attribuito un valore finale che identifica il grado di disturbo al quale l’intervistato è sottoposto per una problematica di prostata: da 0-7= lieve; da 8-19=moderata; da 18-35=severa);
- Ecografia sovrapubica (per la valutazione del ristagno post minzionale o RPM);
- Uroflussometria o UFM (per la valutazione del flusso minzionale e delle specifiche caratteristiche).
TIPOLOGIA DI STUDIO
Lo studio è di tipo randomizzato con un follow-up a 30 giorni dall’ultimo trattamento.
METODI
Sono stati sottoposti a trattamenti osteopatici 13 pazienti di età compresa tra i 55 e 77 anni a cui era stata diagnosticata l’IPB e già in lista d’attesa per intervento chirurgico di resezione endoscopica di prostata.
Ogni paziente ha eseguito una valutazione osteopatica e una valutazione strumentale utilizzando i 3 strumenti sopraelencati sia pre che post trattamento consistente di 6 sedute a cadenza settimanale.
RISULTATI
I risultati vengono analizzati in relazione alle variazioni di rilevazione strumentale utilizzate:
Per i dati raccolti con l’UROFLUSSOMETRIA, ad inizio trattamento 11/13 pazienti si presentavano con un flusso minzionale compatibile con “ostruzione cervico uretrale” mentre 2/13 rientravano nella normalità: in tutti i casi la morfologia del tracciato risultava irregolare.
Dopo 30 giorni dal termine della sperimentazione 7/13 pazienti hanno avuto un miglioramento e di questi il 70% è rientrato nella norma.
Per i dati raccolti utilizzando il questionario IPSS ad inizio trattamento il valore medio era di 15,69 ± 5,2 e ad un mese dalla fine era di 11,31 ± 6,88 (p=0,0655) ed in specifico:
- dati iniziali: 1/13 pazienti segnalavano una lieve sintomatologia, 8/13 o modesta, per 4/13 severa.
- dati finali: 5/13 pazienti segnalavano una lieve sintomatologia, 7 modesta e 1/13 severa.
Per la valutazione ecografica con rilevamento del ristagno post minzionale (RPM):
- dati iniziali: RPM medio era 84,54 cc (d.s.±86,11) di urina residua in vescica dopo una minzione;
- dati finali a 30 giorni da fine trattamenti: RPM medio era 66,54 cc (d.s.±54,21) di urina residua in vescica dopo una minzione.
CONCLUSIONI
Osservando i dati nel complesso si assiste ad un effettivo miglioramento sintomatologico e funzionale della capacità e qualità minzionale.I dati strumentali indicano un generale miglioramento qualitativo sebbene con una significatività statistiva varia, da cui la necessità di implementare ulteriormente lo studio.
Chiggiato Emanuele D.O.