Terza ed ultima puntata dell’argomento che vi farà scoprire le nuove frontiere dell’Osteopatia in merito a come e quanto efficace può essere il trattamento Osteopatico nei confronti dei Sintomi Vaghi e Aspecifici.
Ci eravamo lasciati con la promessa di illustrarvi il “protocollo” Osteopatico per il trattamento dell’asse Ipotalamo-Ipofisi-Surrene (HPA), ma prima un breve focus sui punti fondamentali di questo incredibile lavoro che ha restituito risultati sorprendenti.
Cosa sono i MUS?
Sono una categoria di disturbi generici che producono una serie di sintomi vaghi e aspecifici che portano diversi pazienti all’attenzione della classe medica con un’urgenza crescente e con due caratteristiche fondamentali:
1) L’affluenza all’ambulatorio di medicina di base da parte di pazienti che riferiscono MUS raggiunge quasi il 93% dei casi;
2) L’oggettiva difficoltà nell’impostazione da parte della medicina ufficiale di un’opportuna strategia terapeutica che ne promuova la risoluzione.
Quale il problema di fondo nell’approccio ai MUS?
- Verosimilmente il confinamento di questo genere di problematiche a carico di una mal precisata area di disturbi psicosociali dai quali il medico di medicina generale si discosta ritenendoli indirizzabili verso discipline specialistiche.
- Il numero sempre maggiore di aspettative riposte nella Medicina Ufficiale che vengono continuamente disattese, a causa di una serie di tentativi terapeutici che esitano, quando va bene, in una limitata riduzione dell’intensità dei MUS percepiti (per i quali i pazienti si erano recati dal Medico di Medicina Generale o dallo Specialista) o in una temporanea remissione della sintomatologia, che poi torna a ricomparire, apre la strada a nuove frontiere di trattamento.
Perchè rivolgersi all’Osteopatia?
Sempre più Pazienti, non trovando soluzione stabili e/o definitive ai propri problemi attraverso i “canali ufficiali”, si rivolgono all’Osteopatia, che con un diverso approccio al problema si sta affermando sempre più come soluzione o integrazione alle cure tradizionali per i problemi di salute dei pazienti.
Quindi se dal punto di vista medico i MUS rappresentano l’inquadramento di una problematica da non sottovalutare, per l’Osteopata costituiscono un importante territorio di competenza, evitando l’errore di trattare ogni paziente in base ad un criterio univoco ed immutabile, si stabilisce così una stretta correlazione tra sintomatologia vaga ed aspecifica e Osteopatia.
Nuovi strumenti di valutazione
Un significativo passo in avanti, nella valutazione dell’impatto dei MUS, può essere quindi compiuto qualora si inseriscono degli strumenti precisi in grado di fornire misurazioni oggettive (come appunto la BIA-ACC – Analisi Clinica della Composizione Corporea) di parametri espressivi dello stato di salute del paziente.
Si instaura così una stretta relazione tra l’interazione dell’Osteopatia e la possibilità di validare con strumentazione scientificamente accettata questa interazione, ottenendo in ultima analisi un’oggettivazione degli effetti dell’Osteopatia sui compiti che si prefigge di svolgere.
Lo studio e i risulatati
Nello studio che vi è stato presentato nelle puntate precedenti, i soggetti appartenenti al Gruppo “1” venivano sottoposti a valutazione iniziale dall’Osteopata, il quale poi iniziava un percorso di trattamento Osteopatico con tecniche osteopatiche strutturali, cranio-sacrali, fasciali e viscerali, a seconda dell’esigenza scaturita dalla valutazione iniziale. Tale modalità veniva poi riproposta di volta in volta per un totale di quattro sedute con cadenza settimanale.
I soggetti appartenenti al Gruppo “2” sono stati invece sottoposti ad una serie di quattro trattamenti Osteopatici, anche questi con cadenza settimanale, che si rifacevano ad un protocollo di trattamento strutturato per meglio intervenire nell’asse disfunzionale ritenuto responsabile della comparsa dei MUS ovvero l’asse HPA appunto.
Il “Protocollo Osteopatico”
L’elaborazione di una strategia comune da applicare su ogni paziente prevede una serie di OMT (Trattamenti Manipolativi Osteopatici) che di fondo mira a riequilibrare l’HPA e alcune strutture correlate come segue:
Riequilibrio tra occipite e sacro.
- Stimolazione ipofisaria.
- Tecnica globale sul mediastino.
- Inibizione ortosimpatica catena latero-vertebrale del fegato.
- Drenaggio del fegato.
- Inibizione ortosimpatica catena latero-vertebrale del surrene.
- Riposizionamento delle ghiandole surrenali.
Risultati
Nella seconda puntata di quest’argomento avete avuto la possibilità di vedere i risultati di questo lavoro, il miglioramento della sintomatologia è stato pari a 79% nei soggetti trattati con le sedute tradizionali di Osteopatia e ben dell’87% per quelli trattati con uno specifico protocollo Osteopatico.
Concludiamo salutandovi e lasciando a voi le considerazioni finali e personali, grazie per averci seguito e a presto con nuovi ed interessanti argomenti!
Dott. MARCO GAGGIATO D.O.
Bibilografia:
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