RIFLESSIONE SULLO STATO DELL’ARTE….OSTEOPATICA 

Sembra ormai delineata la direzione politica verso cui sta andando il riconoscimento dell’osteopatia, con la “promozione” dell’emendamento proposto dalla senatrice De Biasi, che in ogni caso dovrà percorrere un iter parlamentare, previsto dalla nostra legislazione, probabilmente di non semplice effettuazione, lungo e impervio prima che si realizzi appieno.

Sinceramente non ci sembra la strada migliore perché il pericolo che l’osteopatia sia snaturata nella sua essenza e gli osteopati non siano riconosciuti per quello che sono, cioè dei professionisti autonomi e di capacità, è ben percettibile.

Un riconoscimento che potrebbe essere a rischio soprattutto per quelle “losche figure” (chiaramente provocatorio!!!) che hanno solamente la colpa di non avere un titolo accademico sanitario alle spalle, prima di iniziare a studiare osteopatia:

  1. COSA NON E’ L’OSTEOPATIA: un percorso semplice, poco impegnativo, e non professionalizzante…d’altronde l’osteopatia è efficace e prende la sua validità scientifica solo se, in precedenza, si è fisioterapista o medico…per tutti gli altri è studiare il nulla, perdere del tempo con tecniche inutili, vendere solo “fuffa” ai propri pazienti (ops clienti), addirittura essere pericolosi per le stesse persone!?!?! Che verrebbero da noi solo perché hanno del tempo da perdere e non perché vedono nell’osteopatia come un approccio terapeutico efficace.
  2. COS’E’ REALMENTE L’OSTEOPATIA:è una fantastica professione svolta da professionisti seri che hanno studiato tanto per diventarlo e che continuano a studiare tanto, una professione autonoma o collaborativa, dinamica e ben remunerata. Per questo la questione di iniziare questo viaggio nel mondo dell’osteopatia essendo in precedenza fisioterapisti, medici, infermieri o avere il diploma di scuola media superiore non ha proprio nessuna rilevanza. Si studia e ci si forma, tutti, per diventare semplicemente osteopati, con i nostri pregi e difetti, con i nostri limiti e ognuno con la propria dote e capacità osteopatica. C’è il bravo osteopata come c’è il bravo fisioterapista, il bravo medico, il bravo naturopata….come ci sono professionisti meno capaci e con meno talento.

 

Osteopatia solo per alcuni e non riconoscere alcuni osteopati nel pregresso…ci dispiace ma NO, non ci stiamo, come scuola e come professionisti. Con l’avanzare dell’iter governativo dell’emendamento (comunque c’è da augurarselo perché è estrema la necessità di una regolamentazione), è doveroso, ora più che mai, far si che l’osteopatia non venga “falsificata” e venduta come una professione di “alta fisioterapia”, dato che la storia politica ormai ci insegna come i percorsi legislativi siano spesso subdoli e pieni di insidie.

OSTEOPATIA RICONOSCIMENTOPer questo urge che, chi fino a ora ha fornito la formazione in osteopatia, sia le scuole, sia il singolo docente-osteopata, sia le varie associazioni attive nel territorio, si trovi, compatti, a discutere, portando ognuno la propria esperienza, stilando un piano formativo serio e condiviso, prendendo in considerazione le già note e ben delineate linee guida stilate in tempi non sospetti dall’OMS e dalla norma CEN. Che tra le molte indicazioni mette in evidenza come la formazione osteopatica debba prevedere almeno 1000 ore di tirocinio professionalizzante. Documentazione che prenda spunto anche da altre realtà internazionali dove l’osteopatia è già riconosciuta. Un documento ufficiale da presentare e discutere, nei dovuti tempi e modi, assieme alle istituzioni politiche, con le quali sarà necessario interagire con forza e unità, sperando, forse è una mera illusione, vogliano confrontarsi e decidere anche con noi del nostro futuro e del futuro dell’osteopatia.

Dobbiamo farci trovare pronti, è un passo importante, (anche se concretamente a oggi non è ancora accaduto nulla), nei confronti di chi vuole iniziare o ha già iniziato questo ciclo di studi e nei confronti di chi questo percorso l’ha già finito. Perché comunque ci sarà da capire come riconoscere i professionisti che quotidianamente, da anni, svolgono il proprio lavoro. Ma anche nei confronti di tutti quei pazienti che si affidano alle mani “intelligenti” dell’osteopatia.

Che piaccia o no, in tutti questi anni la formazione è stata fornita con qualità (anche se con delle criticità da risolvere) dai vari istituti, ma che nulla toglie all’impegno che quotidianamente ci mettono le scuole, con i propri direttori e i propri docenti.

Chiaramente devono essere prese in considerazione solo quelle realtà che promuovono percorsi di studio seri, elargendo una formazione di cinque o sei anni, tempo pieno, mix-mode o tempo parziale, con le adeguate ore di tirocinio clinico e osteopatico. E’ necessario che le scuole alzino l’asticella della qualità sempre più in alto, con un know-how ben definito e qualificato per non lasciare l’insegnamento osteopatico in mani poco sicure.

Come Istituto siamo consapevoli di tutte le difficoltà, ma siamo pronti e decisi a impegnare tempo ed energie per trovare assieme la strada più autorevole, con chi condivida un progetto di valore che salvaguardi l’osteopatia, e tutti, ripetiamo con forza e a voce alta, tutti gli osteopati che lavorano quotidianamente con passione.

 

Dott. Falcone Gianluca D.O.